Il comitato vince la battaglia sul biogas
a Costano non nascerà l’impianto
Scritta la parola fine sulla vicenda: decisiva la
presenza di cinque edifici di interesse storico sul
territorio
BASTIA UMBRA – Vittoria del comitato. La quarta e ultima conferenza dei
servizi che si è svolta ieri mattina ha definitivamente negato l’autorizzazione
alla costruzione di un impianto a biogas a Costano proposta dalla società Bastia
Bioenergia. “Un risultato che ripaga tanti sforzi
compiuti da tutti noi per difendere il nostro già compromesso territorio”, hanno
commentato i rappresentanti del comitato popolare di Costano, soddisfatti per un
risultato che “dimostra la validità del nostro impegno”. A “salvare” la frazione
cinque edifici dichiarati di interesse storico (due a Costano,uno a Tordandrea e
due a Bettona, tutti situati a una distanza dall’eventuale impianto inferiore a
quella minima di 500 metri imposta dalla legge) e a tutela dei quali il decreto
della giunta regionale n. 40 dello scorso 23 gennaio ha introdotto nuovi vincoli
paesaggistici che rendono la zona interessata dal progetto assolutamente non
idonea. Per questo qualcuno ha ritenuto “contraddittorio” il successivo parere
favorevole della Regione, nel quale tra l’altro “non si ritiene necessario
stabilire un rapporto di percentuale tra i quantitativi di biomasse e
l’effluente zootecnico, per lasciare libertà all’impresa agricola”.
“Un’interpretazione che consente non solo di presentare un progetto e poi agire
diversamente, ma anche di installare impianti in territori già compromessi”, ha
commentato il presidente regionale dei Verdi Remo Granocchia,convinto che la
vicenda biomasse sia soltanto “una speculazione basata sugli incentivi per la
realizzazione di simili impianti”. Significativo il parere interlocutorio
negativo della
Sovrintendenza dei beni architettonici e paesaggistici
dell’Umbria, che ha allegato una nota del Ministero per i beni culturali nella
quale si invita a “porre massima attenzione sull’eventuale impatto visivo” nei
confronti della vicina Assisi, tutelata quale patrimonio mondiale dell’umanità e
a difesa della quale il sindaco si è mobilitato sottoponendo la questione
all’Unesco.
di Sara Caponi
Scritta la parola fine sulla vicenda: decisiva la
presenza di cinque edifici di interesse storico sul
territorio
BASTIA UMBRA – Vittoria del comitato. La quarta e ultima conferenza dei
servizi che si è svolta ieri mattina ha definitivamente negato l’autorizzazione
alla costruzione di un impianto a biogas a Costano proposta dalla società Bastia
Bioenergia. “Un risultato che ripaga tanti sforzi
compiuti da tutti noi per difendere il nostro già compromesso territorio”, hanno
commentato i rappresentanti del comitato popolare di Costano, soddisfatti per un
risultato che “dimostra la validità del nostro impegno”. A “salvare” la frazione
cinque edifici dichiarati di interesse storico (due a Costano,uno a Tordandrea e
due a Bettona, tutti situati a una distanza dall’eventuale impianto inferiore a
quella minima di 500 metri imposta dalla legge) e a tutela dei quali il decreto
della giunta regionale n. 40 dello scorso 23 gennaio ha introdotto nuovi vincoli
paesaggistici che rendono la zona interessata dal progetto assolutamente non
idonea. Per questo qualcuno ha ritenuto “contraddittorio” il successivo parere
favorevole della Regione, nel quale tra l’altro “non si ritiene necessario
stabilire un rapporto di percentuale tra i quantitativi di biomasse e
l’effluente zootecnico, per lasciare libertà all’impresa agricola”.
“Un’interpretazione che consente non solo di presentare un progetto e poi agire
diversamente, ma anche di installare impianti in territori già compromessi”, ha
commentato il presidente regionale dei Verdi Remo Granocchia,convinto che la
vicenda biomasse sia soltanto “una speculazione basata sugli incentivi per la
realizzazione di simili impianti”. Significativo il parere interlocutorio
negativo della
Sovrintendenza dei beni architettonici e paesaggistici
dell’Umbria, che ha allegato una nota del Ministero per i beni culturali nella
quale si invita a “porre massima attenzione sull’eventuale impatto visivo” nei
confronti della vicina Assisi, tutelata quale patrimonio mondiale dell’umanità e
a difesa della quale il sindaco si è mobilitato sottoponendo la questione
all’Unesco.
di Sara Caponi
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