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Memoria presentata alla IV conferenza dei servizi

COMITATO PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE
DI COSTANO
MEMORIA

OGGETTO: PAS Procedura Abilitativa Semplificata per costruzione di Impianto a Biomasse – Domanda presentata in data 14.10.2011 da BASTIA BIOENERGIA SOCIETA' AGRICOLA A R.L.
Al Sig. Presidente della conferenza e Responsabile del Procedimento,
il sottoscritto Antonio Cavarai, res.te in Bastia Umbra (PG), loc.tà Costano in qualità di Presidente del “Comitato per la difesa dell’Ambiente di Costano”
CHIEDE
che la presente istanza venga acquisita agli atti istruttori della Conferenza di Servizi in corso di svolgimento in data odierna .
Ciò considerato, si espone quanto segue:
  1. CONSIDERAZIONI SULLE RELAZIONI DI PROGETTO:
Dall’analisi delle relazioni di progetto a cui è stato possibile accedere si evidenzia una incongruenza notevole fra i quantitativi di biomassa che, a regime, l’impianto dovrebbe disporre perché possa considerarsi a tutti gli effetti “cogenerativo”.
Dall’Allegato n°20 rev.1 “Relazione agronomica iniziale” alla pagina 3, si afferma che il fabbisogno totale annuo dell’impianto è “…. TOTALE BIOMASSE E EFFLUENTI = 19.730 Ton”. Sempre proseguendo nella stessa pagina viene affermato che “… La quantità di digestato in uscita sarà pari a circa l’85% delle biomasse in entrata”. Alla pagina 4 si specifica inoltre che “… La separazione del digestato in frazione palabile e frazione liquida produce circa 2/3 di liquido e 1/3 di digestato palabile”. Inoltre “..La frazione palabile verrà avviata al processo di maturazione (dove subentrerà lo “sfruttamento” dell’energia termica da cogenerazione) con perdita della componente liquida fino a raggiungere una concentrazione di sostanza secca maggiore al 51%”.
Tutti i calcoli sopra esposti sono finalizzati a dimostrare che la quantità di AZOTO TOTALE contenuto nella frazione NON palabile del digestato (quello cioè destinato alla fertirrigazione), è INFERIORE al massimo quantitativo di azoto SPANDIBILE nei terreni scelti dall’azienda Bastia Bioenergia per tale scopo.
Sin qui tutto chiaro e lineare: l’incongruenza nasce quando si incrociano i “quantitativi” di digestato frazione palabile dichiarati nella Relazione Agronomica suddetta con quelli presenti nell’Allegato n°27 “RELAZIONE TECNICA: ASSETTO COGENERATIVO”. Questa relazione ha come finalità quella di dimostrare che l’energia termica prodotta dall’impianto in assetto cogenerativo viene UTILIZZATA dallo stesso in grosse quantità e NON DISPERSA (concetto di ENERGIA UTILE per gli impianti in assetto cogenerativo).
L’anomalia si fa evidente quando alla pagina 3 della “Relazione tecnica: assetto cogenerativo” si afferma che “….L’impianto produce circa 8.200 ton/anno di digestato frazione palabile…..”, che, con il CALORE ottenuto dalla cogenerazione, verrà portato ad una concentrazione di sostanza secca maggiore del 51%. Tutto questo digestato palabile però, considerando quanto affermato nella relazione agronomica precedentemente riportata corrisponde a circa 1/3 del digestato prodotto dall’impianto. A sua volta il digestato prodotto dall’impianto è pari a circa l’85% delle biomasse in entrata ………… in pratica:
  • 8.220 ton/anno (digestato palabile) X 3 = 24.600 ton/anno (digestato palabile e non palabile)
  • 24.600 = 85% delle biomasse necessarie al funzionamento dell’impianto, quindi il

TOTALE BIOMASSE IN ENTRATA = 28.941 TON/ANNO

Oltre ad evidenziare l’assoluta superficialità degli elaborati progettuali che, a seconda dei fini da dover dimostrare, considerano delle quantità “ad hoc”, ci porgiamo alcune questioni di fondo:
  • Come si fa a dare il benestare ad un progetto contraddittorio in se stesso ?
  • Quale dei due quantitativi è quello corretto, dato che c’è una differenza di circa 9.500 ton/anno ?
  • Se l’impianto fosse realmente cogenerativo, dove verrebbe versato il digestato per la fertirrigazione dato che i quantitativi di azoto totale sarebbero notevolmente superiori a quelli spandibili nei terreni scelti da Bastia Bioenergia ?
  • Se invece fosse corretta la relazione agronomica, come potrebbe l’impianto essere “cogenerativo”, visto che il CALORE UTILE sfruttato dalla frazione palabile si ridurrebbe di quasi il 50% ?
B) CONSIDERAZIONI TECNICHE SUL PROGETTO:
- Non vi è un sistema di monitoraggio e controllo automatico in continuo con possibilità di remotare la visualizzazione dei valori e dei trend presso gli enti interessati (Comune e ARPA) della qualità e quantità delle emissioni gassose in atmosfera provenienti dai fermentatori, dalle trincee di stoccaggio delle materie prime (sia palabili che non palabili) e dalla vasca di stoccaggio del digestato.
- Non vi è un sistema di monitoraggio e controllo in continuo con possibilità di remotare la visualizzazione dei valori e dei trend presso gli enti interessati (Comune e Umbra Acque) dei reflui dell’impianto (tutti sversati in acque superficiali).
- Non è stato previsto un sistema di ricircolo dell’aria (c’è evaporazione residua di composti metanigeni anche nel digestato) da far riconfluire nel motore di cogenerazione per mitigare gli effetti odorigeni ed aumentare l’’efficienza del processo.
- Non viene gestita in modalità automatica la TRACCIABILITA’ delle materie prime in ingresso e del digestato palabile e non palabile in uscita dall’impianto. Non c’è possibilità di controllare gli esatti quantitativi ed i punti di prelievo e deposito delle materie in ingresso ed in uscita dall’impianto: ho il rischio tangibile che vengano sversati in terreni vulnerabili ai nitrati quantità superiori a quelle normate senza che venga lasciata traccia su nessun sistema automatico di monitoraggio e controllo del processo.
  1. INCOMPATIBILITA’ DELL’IMPIANTO CON IL TERRITORIO:
L’impianto della società Bio Energia Soc. Agr. A r.l. è stato valutato negativamente anche dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria.
La normativa rende inevitabile una valutazione, così come espressa dalla Soprintendenza, poiché detto impianto è incompatibile con l’aspetto esteriore del territorio ed i suoi coni visuali, costituenti valore primario da tutelare, ai sensi dell’art. 9 , 2° co. Cost.” La Repubblica… Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione”. In particolare, i coni visuali afferiscono, infatti, al paesaggio, che è bene primario e di valore identitario della Nazione, esso, come tale, domina sull’interesse alla produzione.
Né possono valere le consuete argomentazioni di ricaduta occupazionale o economica (che, tra l’atro, nel caso di specie, non sussistono) con le quali si tende ad invertire il precetto costituzionale.
A conferma di quanto asserito, lo stesso COMUNE DI ASSISI, ha espresso parere negativo alla realizzazione dell’impianto, adducendo le motivazioni sopra esposte.
Da ultimo, ma non per ordine di importanza, alla luce della recente normativa: - Deliberazione della Giunta Regionale, N. 40 del 23.01.2012, l’impianto de quo non può essere installato nell’area individuata nel progetto, considerata la presenza di edifici censiti e/o riconosciuti quali beni paesaggistici tutelati.
  1. OSSERVAZIONE AL PARERE ESPRESSO DALLA REGIONE:
In merito al parere espresso dalla Regione ed, acquisito dal Comune di Bastia Umbra, al Prot. n. 0007894 del 28.03.2012, si evidenzia l’assoluta irrilevanza del suo contenuto che appare eludere il precipuo obbligo dell’Ufficio Regionale di affrontare le questioni sottoposte, limitandosi, blandamente, ed in maniera contraddittoria, a ritenere – non necessario stabilire un rapporto percentuale tra i quantitativi di biomasse ed i quantitativi di effluente zootecnico, evidentemente per lasciare libertà all’impresa agricola….- . In tal modo si lascerebbe al privato una indiscriminata libertà, cioè la possibilità di autodeterminare il carico di inquinamento sul territorio, il tutto con conseguenze facilmente immaginabili. Detto parere, sembra ritenere irrilevante il quantitativo di effluente zootecnico impiegato, così da giustificare anche percentuali elevatissime che, di per sé, sarebbe impensabile impiegare, senza un minimo di autotutela.
Si dimenticano le norme vigenti in materia e, si omette, l’insopprimibile principio di proporzionalità che possa, almeno, MITIGARE le prevalenze del diritto di iniziativa economica su quello della salubrità dell’ambiente, principio illegittimamente rovesciato dalla Regione.
Tutto ciò considerato:
si chiede di negare l’autorizzazione alla realizzazione del progetto per i seguenti motivi:
  • in primis, in virtù della deliberazione della Giunta Regionale n. 40 del 23.01.2012, essendo un’area preclusa all’installazione dell’impianto;
  • in subordine, in quanto tecnicamente inadeguato rispetto agli standard tecnologici offerti dal mercato, non adatto all’inserimento nel tessuto urbano “bastiolo” e soprattutto contraddittorio riguardo i reali fabbisogni di biomassa necessaria al funzionamento dell’impianto.
Con osservanza.
Bastia Umbra (PG) lì, 20 apr. 2012
Il Comitato per la difesa
dell’ambiente di Costano
Il Presidente




Primo comunicato ai cittadini 04/01/2012



Perché sempre noi?

Ieri sera, 3 gennaio si è riunito un gruppo di cittadini di Costano per dar vita ad un comitato popolare contro la costruzione della centrale elettrica a biomasse nel loro territorio. Tale gruppo intende chiarire che la centrale in quel sito è un danno per l’intera comunità del comune di Bastia Umbra. Bisogna infatti tener conto della morfologia dei terreni circostanti e valutare qual è l’impatto ambientale provocato dallo smaltimento dei residui liquidi di lavorazione. La futura centrale sarà costruita nella zona storicamente chiamata Padule (anagramma di palude) vicina alla chiesetta di San Francesco dei mietitori (ove leggenda vuole che il poverello fece sgorgare acqua sorgiva per il refrigerio dei mietitori) e vicina ad un’altra zona denominata “Fonti del lupo” nome anch’esso che richiama la presenza di acqua. La centrale andrebbe ad insistere in una zona piena di pozzi artesiani e sorgive, lo dimostra il fatto che un agricoltore lì vicino, per poter lavorare il terreno, lo ha dovuto drenare con un impianto ad hoc. La stessa zona negli ultimi anni, anche grazie alla chiusura dei numerosi allevamenti zootecnici presenti un tempo, ha visto il sorgere e lo svilupparsi di strutture agrituristiche che, nel loro sito internet, propongono pace e relax come marchio di fabbrica; ma non sarà sempre così. I periodi di maggior afflusso turistico coincideranno con il picco del trasporto delle biomasse in entrata ed uscita dalla centrale, per non parlare del rumore dei motori di combustione del biogas: sarà vera pace? E quanto inciderà l’odore del processo di fermentazione o quello del residuo incombusto dei motori, ci si riuscirà a rilassare?
Comunque il comitato, pur prendendo in considerazione la proposta del locale circolo del PD di istituire in merito un referendum comunale, si riserva di discuterne ulteriormente, ma intende chiarire la sua assoluta indipendenza dai partiti. A noi sta a cuore l’interesse di Costano e dei suoi abitanti ed anche dell’intero territorio comunale perché quello che oggi accade qui non è detto domani possa accadere presso altre frazioni di questo comune.

Comitato per l'ambiente di Costano


Appello a firmare la petizione

NO GRAZIE....!

Abbiamo già dato.”

Questa è la risposta di molti cittadini di Costano che il giorno 27 dicembre sono stati chiamati nella sala consiliare per conoscere il progetto di realizzazione di una centrale elettrica a biomasse nel proprio territorio.
Prima di entrare nel merito della validità dell'impianto i costanesi si sono chiesti perchè ancora noi quando c'è qualcosa che incide sull' ambiente?
Far affluire nel sito 15.000 tonnellate di prodotto e poi farne uscire lo stesso quantitativo, per spanderlo nei campi circostanti, non crediamo che passi inosservato e senza creare problemi di viabilità.
Lo stoccaggio di queste grosse quantità di materiale è inodore?
E il digestato (quello che esce in forma liquida pari al 70%) sparso nei nostri campi non andrà a incidere delle falde già pesantemente compromesse dalla fertirrigazione?
I tecnici che vendono il prodotto dicono di no ma di queste assicurazioni ne abbiamo sentite molte, già dalla nascita del primo depuratore ci veniva assicurata la fine dei problemi, poi è arrivato il secondo (quello di Bettona) e i danni che ha combinato sono sotto gli occhi di tutti inoltre pensiamo che anche quello in uso per scarichi civili, che è a ridosso di Costano, vada tenuto sotto controllo perchè i cittadini che frequentano la zona del fiume dove il depurato rientra nel'alveo notano dei fenomeni poco chiari.
Altra domanda che non ha ricevuto risposta in quella sede è stata “Ma a Costano e ai costanesi cosa ne viene da tutto questo oltre il disagio?”
Noi non diciamo a priori no alle biomasse ma diciamo no alla locazione di questo impianto in un territorio di pregio e di valore turistico e a ridosso di un centro abitato già martoriato.

Pertanto chi si sente di dover protestare per questo nuovo attacco alla qualità della vita della nostra frazione è invitato a firmare la petizione popolare da inviare al sindaco e a tutte le strutture competenti in materia senza farne una battaglia ideologica politica ma puramente nell'interesse di chi vive questo territorio.

FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE.... per rendere più vivibile il nostro ambiente

Il comitato per l'ambiente di Costano







Petizione popolare

Bastia 13/01/2012


PETIZIONE POPOLARE

Al Sindaco del comune di Bastia

P.c. - Al direttore generale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria
- Alla presidente della giunta regionale
- Al presidente del consiglio regionale
- Al presidente della provincia di Perugia
- Al sindaco del comune di Assisi



I sottoscritti cittadini residenti nel comune di Bastia – frazione di Costano, venuti a conoscenza che è stato presentato per la sua approvazione un progetto di un impianto industriale preposto alla produzione di energia elettrica tramite un impianto a biomasse alimentato con produzione agricole specifiche, da collocarsi nelle immediate vicinanze dell'abitato di Costano, tengono a far presente al Sindaco che:

  • I cittadini di Costano hanno subito per decenni la presenza di allevamenti che li hanno costretti a subire enormi disagi.
  • Che tali disagi negli ultimi tempi si sono in parte alleviati per la chiusura di alcuni allevamenti a seguito delle iniziative giudiziarie legate al biodigestore di Bettona.
  • Che il territorio di Costano e in parte inquinato così come sono inquinate le falde freatiche
  • Che il territorio in questione ospita l'impianto di depurazione civile in cui confluiscono gli scarichi di Bastia e Assisi.
  • Che l'impianto a biomasse proposto non ha una valenza di opera pubblica ma è un iniziativa imprenditoriale privata.
  • Che la vocazione economica utile per la collettività deve guardare la valorizzazione ambientale data anche la favorevole vicinanza ad Assisi.

Per tutto quanto esposto si chiede al Sindaco di non autorizzare alcun insediamento che contrasta con le valutazioni sopra esposte e di convocare come amministrazione comunale un assemblea pubblica da tenersi a Costano
Da precisare che le 483 firme raccolte in pochi giorni sono l'espressione della volontà popolare
della frazione, ma se sarà necessario verrà coinvolto l'intero comprensorio.


Distinti Saluti

I cittadini di Costano

consegnate 489 firme di residenti a Costano








Bastia 08/01/2012 









POSIZIONE CHIARA DEL COMITATO SUL BIOGAS A COSTANO
Il comitato per l'ambiente di Costano vuole rispondere al comunicato stampa dell'amministrazione comunale di Bastia e ripreso da più quotidiani locali in merito al problema legato alla costruzione di una centrale elettrica a biomasse nella loro frazione.
Prima di addentrarci nel problema ci teniamo a precisare che nessuna battaglia è incorso contro questa amministrazione in quanto tale ma si sta solo contrastando una decisione presa secondo noi senza valutare i disagi che tale scelta arreca alla frazione già martoriata e condizionata nello sviluppo da anni per la massiccia presenza di allevamenti suinicoli e del depuratore di scarichi civili del comprensorio Assisi-Bastia.
A dimostrare la trasversalità del comitato è la presenza, tra i suoi promotori, di persone che hanno sostenuto l'elezione del Sindaco attuale e della giunta e che credono ancora nella loro scelta elettiva, ma sono convinti che in questo caso stiano sbagliando.
Queste persone insieme ad altri si stanno impegnando in maniera civile per far si che venga ascoltata anche la loro voce dando vita a una raccolta di firme, che in solo in due giorni ha raccolto più di 300 adesioni.
Altra precisazione di dovere è quella che non vogliamo passare per quelli che a priori sono contrari alle biomasse ma ribadiamo con forza che siamo contrari a quest'insediamento, perchè vicino ad abitazioni e strutture ricettive e in più va a sommarsi alla presenza del depuratore dei scarichi civili rendendo la vita in quella zona davvero problematica.
Noi non vogliamo addentrarci in considerazioni tecniche nel contestare il comunicato stampa ma solo sottolineare alcune piccole cose pratiche dettate più dall'esperienza e la conoscenza della vita di campagna.
La prima questione è confrontare le due realtà.
Si è portato ad esempio la centrale visitata dalla delegazione bastiola nella provincia di Cremona, per essere esatti a San Daniele po, comune molto piccolo di appena 1472 abitanti con un territorio leggermente più piccolo di Bastia, 22,68 km quadrati e con una densità per km quadrato pari a 64,90, questa zona è immersa nella pianura padana, zona vocata da sempre all'agricoltura.
Se la confrontiamo con Bastia comune con un territorio leggermente più grande 27,62 km quadrati e con una popolazione di 21.800 abitanti con una densità abitativa di 789,3 persone per km quadrato , ci rendiamo conto che parliamo di un contesto totalmente diverso e perciò non adatto per poter costruire questo tipo di impianto non solo a Costano ma in nessuna parte del suo territorio.
Da aggiungere è che Bastia ha una grande zona industriale e artigianale una massiccia presenza di strutture commerciali e ricettive quindi una vocazione totalmente diversa che va rispettata, in un piccolo territorio come il nostro c'è il rischio che alcune attività entrino in conflitto ambientale tra di loro come il caso della centrale che andrebbe a collocarsi ad appena 250 metri da un agriturismo, mandando a farsi benedire lo sforzo di pubblicitario del proprietario che punta ad esaltarlo come luogo di pace e relax.
Il massiccio afflusso di mezzi per il trasporto delle 15,000 tonnellate di materiale in entrata necessario per il suo fabbisogno e la stessa quantità in uscita determineranno anche problemi di viabilità e arriveranno a coinvolgere un ampia zona dove ci sono altre attività ricettive poi non così lontane(appena 700 metri).
Un altra considerazione fatta da gente come noi, che in campagna praticamente ci vive, è che visitare una centrale che è stata inaugurata solo da un paio di mesi, e andarci nel mese di gennaio con temperature vicino allo zero, pensiamo che non sia l'ideale per farsi avere l'idea dell' impatto olfattivo che possa dare.
Altra cosa è andarci nel periodo che va da maggio a settembre quando viene raccolto e stipato il prodotto e resta esposto sotto telo ad alte temperature che ne alterano il suo stato e rilasciano un odore che non è proprio gradevole come qualcuno vuol farci credere.
Altro momento critico è quando si spandono i reflui (digestato) nei campi, basta chiederlo a chi vive(per 365 giorni all'anno) a poche centinaia di metri da queste realtà e noi lo abbiamo fatto andando a Bevagna dove c'è un impianto simile.
Certo noi capiamo le buone intenzioni di chi ha fatto il viaggio per capire le problematiche di questa centrale ma secondo noi ha scelto il luogo e il momento sbagliato per farsi un idea completa della situazione.
Per concludere facciamo presente all'amministrazione comunale che noi non siamo disposti a cedere su questa questione e mercoledi 11/01 ci riuniamo in assemblea presso la sala parrocchiale per coordinarci e raccogliere ulteriori firme, che consegneremo presso la sede comunale venerdi 13 a mezzogiorno.
Durante l'assemblea continueremo la raccolta delle firme e discuteremo delle varie forme di lotta necessarie per fermare questo insediamento nel nostro territorio, si avanzano già alcune ipotesi come l'occupazione della sala consiliare o il blocco del traffico sulla provinciale ma prima di arrivare a questo confidiamo nel buon senso dei nostri amministratori.

Il comitato per l'ambiente di Costano


Al Sindaco del comune di Bastia umbra










- Al Presidente della Conferenza dei Servizi c/o Comune di Bastia Umbra
- Alla Regione Umbria
- Alla Provincia di Perugia
- Ad Umbra Acque
- Al Comune di Assisi
- Al Comune di Bettona
- A Bastia Bioenergia Società Agricola a r.l.

 - Alla ASL n. 2
 - All’ ARPA  
 - p.c. Alla Procura della Repubblica-
 - Alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria
 -pc. Alla Sovrintendenza per i beni Archeologici dell'Umbria-
 -p.c. Alla Sovrintendenza per i B.A.P. dell’Umbria-
 -p.c. All’ ENAC
- p.c. Alla Snam Rete Gas S.p.A
 -p.c. Al NOE di Perugia

 OGGETTO: DIFFIDA per la realizzazione di impianto Biogas a Costano.recato presso analoghi impianti già in funzione, dovendo constatare le rilevanti emissioni di cattivi odori, di rumore prodotto dai generatori, nonché la presenza di una abnorme quantità di insetti nelle zone adiacenti. è peraltro doveroso citare alcuni dati derivanti da studi scientifici accreditati (cfr allegato 1 "Rischi per la salute") che evidenziano in misura allarmante gli effetti a medio e lungo termine che tali impianti hanno sulle popolazioni esposte, con problemi particolarmente gravi sulle donne in gravidanza, sui bambini e sugli anziani. è costituzionalmente tutelata (Art. 44 prevista la coltivazione è ubicato in zona di /Iiquame (si evidenzia come, da progetto, è previsto il conferimento di materiali per l'alimentazione dell'impianto da parte di ditte consorziate, sparse in varie zone del comprensorio , e come nell'atto costitutivo si prevedano scambi molto più ad ampio raggio). 96/62/CE,Gestione e qualità dell'aria-ambiente dei paesi dell'Unione", che, all' art. 1, impone diè buona, e MIGLIORARLA negli altri casi ...  







I sottoscritti firmatari
ESPONGONO QUANTO SEGUE:











In data 27/12/2011, presso la sala del consiglio del Comune di Bastia, è stato pubblicamente presentato il progetto per la realizzazione di un impianto di cogenerazione a biogasbiomasse, da realizzarsi in territorio di Costano, da parte della ditta BASTIA BIOENERGIA SOCIETA' AGRICOLA A R.L.
Il progetto in questione, pur (sulla carta) limitato alla produzione di 0.99 MWel (limite entro il quale non è richiesta autorizzazione ambientale), prevede la realizzazione di un impianto di considerevoli dimensioni con un notevole impatto ambientale sul territorio interessato.


3) La tipologia e le dimensioni dell'impianto sono tali da ingenerare, negli abitanti delle zone limitrofe, notevoli
preoccupazioni per le ricadute negative sull'ambiente e, soprattutto, sulla salute pubblica, posto che, tale
tipo di impianti, dopo una iniziale entusiastica valutazione per il loro carattere migliorativo rispetto ai
tradizionali impianti di smaltimento (inceneritori, etc.), si sono rivelati poi, alla prova dei fatti, in contesti dove
gli stessi erano stati realizzati, non esenti da gravi problematiche, soprattutto connesse alle emissioni
A tale riguardo un gruppo di cittadini di Costano si è
AI di là della constatazione diretta dell'impatto che tale tipo di impianti ha sul territorio,
Non di meno risulta rischioso lo smaltimento dei reflui derivanti da tali impianti, non adatti all'impiego
agricolo, in quanto derivanti da fermentazioni anaerobiche che possono sviluppare microrganismi pericolosi
per la salute e per lo fertilità dei terreni, la cui conservazione
Costituzione Italiana).
Sono necessarie indagini accurate in tal senso, a partire dagli impianti attualmente presenti in Italia, laddove
serie preoccupazioni di pericolo grave per la salute sono di cronaca recente, per la comparsa di nuovi ceppi
di microrganismi patogeni. Tali microrganismi, presenti nei reflui di fermentazione anaerobica per la
produzione di biogas, anche se sottoposti ad ulteriori fermentazioni aerobiche e trattamenti, potrebbero
passare ai terreni su cui vengono smaltiti i reflui trattati. Ed attraverso i raccolti finire nelle catene alimentari
agrozootecniche, giungendo ai prodotti alimentari per l'uomo.
6) Anche solo per tali gravi ricadute sulla salute pubblica, in ossequio al principio di "precauzione", la realizzazione dei detti impianti andrebbe attentamente vagliata dalle Autorità preposte, almeno sino a quando l'evoluzione ed il miglioramento delle tecnologie al riguardo non diano garanzie di non nocività per l'uomo.
gassose ed odorigene, risultanti dai processi bio-chimici legati al loro funzionamento.

A tal proposito, in relazione al corretto principio di "comparazione" ("comparative assestment"), vanno
segnalate altre tecniche molto più efficienti per la produzione di energie da cogenerazione (elettricità e
calore) a partire da biomasse, come gli impianti a pirolisi per la gassificazione di Biomasse e scarti
agroforestali, che per produrre la stessa quantità di energia necessitano di meno della metà della superficie
agricola prevista per gli impianti di Biogas da fermentazione anaerobica. Il "bilancio energetico" di
quest’ultimi va inoltre attentamente valutato in quanto, per la produzione di biogas, è








di mais intensivo da inserire direttamente nei fermentatori, senza nemmeno l'utilizzazione come alimento zootecnico, una coltivazione industriale fortemente meccanizzata e molto energivora, ad alto input di pesticidi e concimi chimici inquinanti e derivanti da petrolio.



Ciò in relazione agli accordi internazionali per la riduzione dei gas serra e il contrasto ai cambiamenti
climatici (Protocollo di Kyoto e successive integrazioni).
Prima di autorizzare eventuali impianti, vanno effettuati studi preliminari di "comparative assestment" al fine
di individuare le tecnologie di cogenerazione incentivate che meglio rispondono alle esigenze di tutela della
salute, dell'ambiente e della fertilità dei suoli, come tali e negli indotti a monte e a valle, ed alle economie
dirette ed indirette dell' attività economica e delle sue ricadute sociali.
7) A quanto sopra vanno aggiunti gli effetti devastanti sull' ambiente circostante, quali l'inquinamento oltre che
dell'aria, delle falde acquifere, considerando che il sito ove dovrà sorgere l'impianto
particolare interesse agricolo, altamente irrigua e caratterizzata da numerose falde acquifere anche
superficiali.
8) Quanto alle ricadute negative sull'ambiente, molti studi recenti evidenziano gravi problematiche, sintetizzate
nelle allegate note (cfr. allegato 2: "Danno ambientale").
9) Va inoltre adeguatamente considerato l'inquinamento "indotto" legato al traffico di mezzi necessari per il trasporto in loco della biomassa vegetale e del letame
10) E' opportuno altresì sottolineare, come già accennato, che la zona interessata è qualificata come zona "Agricola di pregio" secondo il PRG del Comune di Bastia, e che, anche in ragione di ciò, alcuni imprenditori agricoli della zona hanno intrapreso iniziative agrituristiche. Alcuni vecchi casali, nelle immediate vicinanze all'impianto, risultano censiti come beni paesaggistici e da ristrutturare secondo vincoli dettati dal paesaggio umbro. Appare intuitivo come un impianto di tali dimensioni e di impatto, pregiudichi gravemente lo sforzo di chi investe per ristrutturare secondo i canoni dettati dal paesaggio e in un solo colpo vedere compromesso il proprio sforzo economico.
11) Appare evidente, da quanto sopra esposto, come la realizzazione dell'impianto in questione (che, al di là delle definizioni contenute nel progetto, non può essere definito "aziendale" (cioè a servizio esclusivo dell'azienda), bensì finalizzato alla produzione massiccia di energia elettrica da vendere alle grandi società di erogazione, per i gravi rischi che presenta per lo salute ed il territorio, a fronte del vantaggio economico di pochi, contrasti con le esigenze primarie di tutela della salute, del territorio e del paesaggio, sancite a livello costituzionale (artt. 9 e 32 della Costituzione Italiana), e con la prescrizione contenuta nella Direttiva "
"... MANTENERE la qualità dell'aria-ambiente, laddove "; esigenze primarie che non possono in alcun modo essere sacrificate dalle iniziative economiche private (art. 41 Cost.).
12) In data 11 maggio 2011 la Regione Umbria, come attuazione del REGOLAMENTO REGIONALE 4 maggio 2011 n. 4, ha emesso un BOLLETTINO UFFICIALE costituito dalle "Norme di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 10 dicembre 2009, n. 25 concernente la gestione degli impianti per il trattamento degli effluenti di allevamento e delle biomasse per la produzione di biogas e l’utilizzazione agronomica delle frazioni palabili e non palabili".
In ottemperanza al Regolamento citato, si indica espressamente all’Art. 9 (Trasporto dei materiali e stoccaggio del digestato) comma 2: "La capacità dei contenitori per lo stoccaggio del digestato è calcolata in rapporto ai quantitativi di materiali trattati all’impianto e non può essere inferiore al volume di digestato prodotto in centocinquanta giorni. Il dispositivo di stoccaggio del digestato prevede, altresì, un franco minimo di sicurezza di almeno cinquanta centimetri. LA PROGETTAZIONE DEVE PREVEDERE TUTTI GLI ACCORGIMENTI NECESSARI PER LIMITARE AL MASSIMO LE EMISSIONI ODORIGENE".
Si prenda inoltre atto dalle deliberazioni della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna 24 ottobre 2011 n. 1495 "Criteri tecnici per la mitigazione degli impatti ambientali nella progettazione e gestione degli impianti a biogas" (cfr. allegato 3: "Criteri tecnici…") e della n. 1496 (cfr. allegato 4: "Emissioni") dove sono state adottate delle misure tecniche, gestionali e di controllo (con particolare riguardo alle emissioni in atmosfera) più restrittive di quelle BASE adottate dai progettisti di impianti a biogas e formalizzate dal Regolamento Regionale 4 maggio 2011 n.4 dell’Umbria.
Si prenda infine atto della linea adottata da LEGAMBIENTE EMILIA ROMAGNA (massimo sostenitore dell’utilizzo di fonti rinnovabili) sancita in data 4 gennaio 2012 con una delibera avente titolo: "Richiesta di interventi a favore della Sostenibilità delle Fonti di Energia Rinnovabile con particolare riferimento al Biogas" che, a seguito degli effetti devastanti delle centrali a biogas sulla cittadinanza in termini di inquinamento di aria, suolo e sottosuolo, ha espressamente formalizzato le linee guida per una corretta progettazione, gestione e controllo da richiedere alle ditte esecutrici degli impianti, così da MITIGARE gli effetti delle emissioni odorigene delle centrali e in generale dell’impatto sulla cittadinanza.
Legambiente specifica infatti il concetto sancito in altri termini anche dalla Costituzione Italiana che "…non è moralmente accettabile che alcuni traggano profitto da attività che danneggiano altri". (cfr. allegato 5: "Legambiente-Richiesta di interventi…").
Tenuto conto di quanto qui sopra prodotto, è evidente che un progetto, presentato precedentemente queste delibere / documenti / prese di posizione, sia vecchio in partenza e non risponda ai criteri sanciti all’Art. 9 del Bollettino Ufficiale della Regione Umbria. Non si è fatto nulla a livello di interventi progettuali, gestionali e di controllo perchè "…LA PROGETTAZIONE DEVE PREVEDERE TUTTI GLI ACCORGIMENTI NECESSARI PER LIMITARE AL MASSIMO LE EMISSIONI ODORIGENE".
Si precisa, dai documenti sopra richiamati, che gli impianti devono essere dotati di vasche CHIUSE di stoccaggio del digestato, non palabile per 180 giorni in zone vulnerabili all’azoto, come suggerito dalla Regione Emilia Romagna; 90 giorni di stoccaggio per il digestato palabile e sistemi di ricircolo e reintegro (nel ciclo di combustione interna dei motori) delle esalazioni emesse dagli stessi stoccaggi non palabili.
Si suggerisce inoltre di inserire dei sistemi automatizzati di controllo.
Non è possibile che un impianto di questo tipo non sia dotato di un sistema di monitoraggio in continuo, accessibile tramite computer remoti dagli enti direttamente interessati alla salute a salvaguardia dei cittadini (ad es. Comune e ARPA), di tutte le emissioni in atmosfera (odorigene perché costituite da composti metanigeni e ricchi di azoto) sia in termini qualitativi che quantitativi provenienti dai vari stoccaggi / reattori dell’impianto.
Attingendo dai vari dispacci di Legambiente legate ad esperienze negative (tuttora perduranti) in regioni quali Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte interessate già da diversi anni a questo tipo di installazioni, emerge come ASSOLUTAMENTE NECESSARIO un Piano Energetico Locale (Comunale e Provinciale). Contestualmente a questo è altresì evidente come risulta necessario valutare a fondo l’impatto stagionale che avrà il volume di traffico degli automezzi in ingresso e in uscita dall’impianto in relazione all’ATTUALE volume di traffico e stato di conservazione delle strade provinciali e comunali interessate, come già accennato al precedente paragrafo 10.
13) In data 5 marzo 2010 il Comune di Bastia Umbra ha emesso l’Ordinanza del Sindaco n.48 con oggetto il "Divieto d’uso per scopi idro - potabili dell’acqua dei pozzi privati in località San Lorenzo – integrazione e modifica ordinanza n. 5068/2009". In allegato a questa diffida sono stati inseriti gli elenchi dei pozzi interessati al suddetto divieto con specificati i punti di prelievo (via e n°civico) e la planimetria che delimita l’aerea incriminata (cfr. allegato 6: "Ordinanza Sindaco"; allegato 7: "Elenco pozzi "; allegato 8: "Planimetria Pozzi").
È evidente la non valutazione approfondita degli effetti che la fertirrigazione con digestato liquido (non palabile) proveniente dall’impianto a biomasse potrà avere su queste aree: aree destinate alla coltivazione dell’insilato di mais (raccolto allo stato ceroso con n°2 raccolti l’anno) e di altre colture da destinare ai "bio-reattori".
Non sono stati valutati tutti gli effetti provenienti dai percolati e reflui provenienti dall’impianto stesso, considerando che sorgerà in un’area fortemente compromessa da nitrati e soprattutto contraddistinta da acque sorgive.
La nomenclatura attestante che il digestato liquido prodotto da questa tipologia di impianti è costituita essenzialmente da nitrati e da altri composti con residui metanigeni è ampia e quindi è assolutamente lecito chiedere con perentorietà se sono state richieste alla ditta esecutrice del progetto tutte le "limitazioni del caso" riguardanti ad esempio il divieto assoluto di utilizzo di "camere di infiltrazione" per TUTTI i reflui dell’impianto (comprese le acque meteoriche che andranno a "pulire" le vasche di stoccaggio).
Sempre in ottemperanza a quanto sopra emerso, si ritiene impossibile pensare di "risanare" un’area già compromessa da nitrati introducendo colture che andranno fertirrigate con fertilizzanti costituiti da nitrati e per di più con frequenze doppie rispetto alla normale stagionalità delle colture.
14) Nel marzo 1998 è stato pubblicato dall’Accademia Properziana del Subasio – Assisi Pro Tordandrea il libro di Francesco Santucci "Storia di Tordandrea di Assisi – Marchesato dei Baglioni" ove, tralasciando per ovvi motivi la tematica affrontata, è molto importante segnalare nella planimetria integrata al tomo (cfr. allegato 9: "Area cimiteriale") l’area cimiteriale antica nel territorio compreso fra Costano e Tordandrea. Come si evince dal suddetto allegato, questa zona risulta essere prospiciente e parzialmente interessata dall’area scelta per la costruzione dell’impianto. L’area cimiteriale antica risulta infatti essere stata mappata al catasto come zona di interesse storico archeologico e numerosi sono stati i reperti qui rinvenuti. Nel libro viene infatti specificato che "Tali materiali fanno parte della Collezione Bellucci, conservata presso il Museo Archeologico dell’Umbria". I reperti quindi presentano una rilevante e riconosciuta valenza storico-architettonica.
Attingendo dalla "Disciplina Regionale per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili dell’11 luglio 2011, Allegato C: aree non idonee" e riferendoci agli "Impianti di produzione di energia elettrica a biomasse, gas derivanti da processi di depurazione e biogas esterni agli edifici e di potenza superiore a 50kWe", è fondamentale come al paragrafo f) vengano chiaramente indicate come AREE NON IDONEE all’insediamento di tali impianti quelle censite come "ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO di cui all’art.142 comma 1, lett. m, del D.Lgs. n. 42/2004", riconosciute e perimetrate con provvedimento dell’Autorità competente.
Per quanto sopra esposto, i sottoscritti chiedono che le Autorità preposte alla tutela della salute e della salubrità ambientale, alle quali il presente esposto viene inviato, verifichino, con metodologie di comparative assestment, se il progetto in questione sia realmente immune da rischi di inquinamento ambientale e di effetti pregiudizievoli sulla salute umana, e contestualmente

DIFFIDANO


IL SINDACO DEL COMUNE DI BASTIA, AUTORITA' PREPOSTA A LIVELLO TERRITORIALE, ALLA TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI E DELLA SALUBRITA' DEL TERRITORIO, NONCHÉ TUTTI I SOGGETTI IN INDIRIZZO, DALL'AUTORIZZARE LA COLLOCAZIONE DI IMPIANTI, QUALI QUELLO DI CHE TRATTASI, CHE AVRANNO UN IMPATTO NEGATIVO SULLA SALUTE UMANA, CON GRAVI RICADUTE SUL TERRITORIO, SIA SOTTO IL PROFILO AMBIENTALE, CHE SOTTO IL PROFILO ECONOMICO.


CHIEDONO
CHE VENGA ATTIVATA UNA ADEGUATA PROCEDURA PARTECIPATIVA DEGLI ABITANTI DELLA ZONA, AI FINI DI UNA CORRETTA ED ESAURIENTE INFORMAZIONE, CONSENTENDO, PRELIMINARMENTE, L'ACCESSO AGLI ATTI (PROGETTI, AUTORIZZAZIONI E QUANT'ALTRO) RIGUARDANTI L'IMPIANTO IN QUESTIONE, COSÌ DA CONSENTIRE AGLI INTERESSATI DI PRENDERE COGNIZIONE DELL'OGGETTO DEL CONTENDERE.
Bastia Umbra, 30 Gennaio 2012
Per il Comitato di difesa della qualità dell’ambiente
di Costano
Il presidente
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MEMORIA PRODOTTA IN SEDE DI CONFERENZA DEI SERVIZI 03/02/2012

COMITATO PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE
DI COSTANO
MEMORIA

OGGETTO: PAS Procedura Abilitativa Semplificata per costruzione di Impianto a Biomasse – Domanda presentata in data 14.10.2011 da BASTIA BIOENERGIA SOCIETA' AGRICOLA A R.L.
Al Sig. Presidente,
il sottoscritto Antonio Cavarai, res.te in Bastia Umbra (PG), loc.tà Costano in qualità di Presidente del “Comitato per la difesa dell’Ambiente di Costano”
CHIEDE
che la presente istanza venga acquisita agli atti istruttori della Conferenza di Servizi in corso di svolgimento in data odierna .
Ciò considerato, si espone quanto segue:
  1. Premesso che in data 2 feb. 2012 mi è stato consentito dall’Ufficio del Comune competente, solamente, l’accesso parziale agli atti, contrariamente a quanto assicurato dal Sindaco, Dott. Stefano Ansideri, nonché in palese violazione della L. 7 agosto 1990 n. 241, in virtù della tutela dell’interesse pubblico alla trasparenza dell’azione amministrativa, costituendo il primo e forse il principale supporto di quell’imparzialità dell’azione sancita e garantita dall’art. 97 della Carta costituzionale (comma 1). Ai fini della L.241/90 e succ. modifiche, i documenti amministrativi comprendono non solo gli scritti in genere, ma tutto ciò che viene formato o comunque utilizzato dalla pubblica amministrazione:- es. istanze, proposte pareri, valutazioni tecniche etc. nonché gli atti provenienti dai privati, ai fini dell’attività amministrativa per l’emanazione di un provvedimento. Il diritto all’accesso agli atti trova maggior tutela, laddove, è rivolta alla tutela dell’ambiente e del diritto alla salute art. 32 Cost. L’accesso agli atti così come stabilito nel codice dell’ambiente è, altresì, contemplato nella Convenzione di Aarhus, ratificata dall’Italia con L. 16 marzo 2001, n. 108 ed ai sensi del Dlgs. 19 agosto 2005, n. 195.
E’ certo che una limitazione a tale diritto costituisce una violazione, nonché una omissione da parte dell’ente preposto.
  1. Nel merito si evidenzia che il progetto presenta delle lacune impiantistiche evidenti; lacune in parte supportate anche dai parere di enti autorevoli. - Non vi è un sistema di monitoraggio e controllo automatico in continuo con possibilità di remotare la visualizzazione dei valori e dei trend presso gli enti interessati (Comune e ARPA) della qualità e quantità delle emissioni gassose in atmosfera provenienti dai fermentatori, dalle trincee di stoccaggio delle materie prime (sia palabili che non palabili) e dalla vasca di stoccaggio del digestato.
- Non vi è un sistema di monitoraggio e controllo in continuo con possibilità di remotare la visualizzazione dei valori e dei trend presso gli enti interessati (Comune e Umbra Acque) dei reflui dell’impianto (tutti sversati in acque superficiali).
- Non è stato previsto un sistema di ricircolo dell’aria (c’è evaporazione residua di composti metanigeni anche nel digestato) da far riconfluire nel motore di cogenerazione per mitigare gli effetti odorigeni ed aumentare l’’efficienza del processo.
  1. Non viene gestita in modalità automatica la TRACCIABILITA’ delle materie prime in ingresso e del digestato palabile e non palabile in uscita dall’impianto. Non c’è possibilità di controllare gli esatti quantitativi ed i punti di prelievo e deposito delle materie in ingresso ed in uscita dall’impianto: ho il rischio tangibile che vengano sversati in terreni vulnerabili ai nitrati quantità superiori a quelle normate senza che venga lasciata traccia su nessun sistema automatico di monitoraggio e controllo del processo.
Tutto ciò considerato:
In primis, si chiede di negare l’autorizzazione alla realizzazione del progetto, in quanto tecnicamente inadeguato rispetto agli standard tecnologici offerti dal mercato e, soprattutto, non adatto all’inserimento nel tessuto urbano “bastiolo”.
In via subordinata, qualora si dovesse rinviare la decisone si chiede, con la massima sollecitudine:
  1. che il Presidente della conferenza di servizi accerti, a mezzo di una consulenza tecnica super partes, la reale potenza massima dell’impianto;
  2. di provvedere quanto prima ad una serie di controlli di aria, suolo e sottosuolo, con campionamenti ed analisi, tramite enti terzi, in modo da verificare ed accertare il reale stato dei luoghi, relativo al periodo antecedente all’installazione, sia in inverno (Febbraio) che in estate (Luglio).
Con osservanza.
Bastia Umbra (PG) lì, 3 feb. 2012
Il Comitato per la difesa
dell’ambiente di Costano
Il Presidente